mercoledì 29 ottobre 2014

Racconto di Halloween - Miss Jackson

"Raccontaci una storia di fantasmi!" squittì una ragazza, sporgendosi verso di lui e facendo oscillare le fiamme di alcune candele con il proprio movimento.
"Sì, facci spaventare!" incalzò l'altra.
Castiel sospirò. Non gli piaceva molto raccontare storie, e non amava in particolare quelle di fantasmi, ma dopotutto era la notte di Halloween, e le sue clienti erano così entusiaste e chiassose. Almeno, se si fossero messe buone ad ascoltarlo, avrebbero fatto silenzio.
"Non conosco storie di fantasmi." rispose galantemente. "Ma ne ho letta una interessante in un libro, una volta."
"Va bene lo stesso!" acconsentì la terza cliente, seduta di fronte a lui. "Adoro la tua voce, ti ascolterei per ore."
"Grazie." alzò lo sguardo verso il tavolo di fronte, dove Emily stava ripulendo le tracce lasciate dall'ultimo appuntamento di Noah, e la chiamò con un cenno. "Emily, vieni qui per favore."
Lei ubbidì immediatamente, si avvicinò e chiese:
"Sì?"
"Siediti insieme a noi. Vi racconterò la storia di Miss Jackson." accavallò le gambe, poggiò una mano sul ginocchio e cominciò a parlare con calma, mentre le sue clienti, un po' indispettite dalla presenza di Emily, aspettavano ansiosamente.
"Nella seconda metà del diciannovesimo secolo, Lord Farey e Mr. Shawn premeditavano una tremenda vendetta nel laboratorio segreto del primo. C'era una vedova che Lord Farey voleva morta ad ogni costo. Lui gli si era proposto molte volte, come secondo marito o come amante, ma lei lo aveva sempre rifiutato, infliggendogli ogni volta una nuova ferita nell'orgoglio e nel cuore.
 Mr. Shawn, ovviamente, non aveva alcun legame con questa storia. La sua unica sfortuna era quella di essere amico di Lord Farey, e incapace di rifiutare la sua richiesta di aiuto.
Dunque, i due confabulavano di commettere questo omicidio, ma avevano intenzione di renderlo un delitto perfetto. Innanzitutto, nessuno di loro voleva sporcarsi le mani, per cui decisero che avrebbero indotto qualcun altro a macchiarsi di tale peccato. La seconda cosa che stabilirono fu che si sarebbe trattato di una donna, in quanto sarebbe stato molto più semplice farla avvicinare alla vittima. Infine, per fare in modo che il delitto fosse veramente perfetto, avevano bisogno di qualcuno impossibile da identificare, un colpevole che agisse nell'ombra più totale. E chi avrebbe potuto fare al caso loro, meglio di una persona deceduta? Una donna morta non poteva essere accusata di nulla, né rintracciata. Qualsiasi prova contro di essa sarebbe stata totalmente futile: come poteva una donna morta risorgere dalla tomba per uccidere qualcuno?"
Emily ridacchiò e si spostò una ciocca di capelli:
"Quindi, i due decisero di evocare un fantasma, Castiel? Non mi aspettavo una storia tanto banale da te."
"Infatti, avevi detto che non conoscevi storie di fantasmi, Castiel!" si unì una cliente.
Lui annuì e riprese a raccontare:
"Lord Farey e Mr. Shawn non evocarono alcun fantasma, mia cara. All'inizio della storia, ho detto che i due amici si trovavano in un laboratorio segreto. Lord Farey era in possesso di un esotico macchinario in grado di ridare vita a qualcuno che fosse morto da non molto tempo, e che fosse tutto intero, ovviamente. Non chiedetemi quali principi ci fossero dietro a questa diavoleria, perché nessuno ne era a conoscenza.
Dunque, una sera, i due si recarono al cimitero, alla ricerca di ciò che cercavano. Camminando tra le file di croci e lapidi, trovarono la tomba di Miss Jackson. Il ritratto inciso rivelava una ragazza bellissima, giovane e dai lunghi boccoli scuri, come quelli di Emily. Il terreno sotto il quale la fanciulla riposava era ancora morbido, segno che la sua triste morte era avvenuta da poco. Armati degli strumenti necessari, cominciarono a scavare, fecero emergere la bara, la forzarono e si trovarono di fronte alla ragazza. Era ancora più bella di quanto credessero.
Lord Farey chiese all'amico di prendere la ragazza in braccio per trasportarla al laboratorio, e Mr. Shawn ubbidì. Era fredda come il ghiaccio, ma la sua pelle era ancora morbida e liscia come la porcellana. Sembrava quasi che dormisse.
Nel laboratorio, legarono Miss Jackson con delle cinghie su un lettino e azionarono il macchinario. Poco dopo, sotto gli occhi increduli di entrambi, la giovane prese a tremare, poi a dimenarsi, bloccata dai legacci che la tenevano ferma, e infine spalancò i suoi grandi occhi.
Mr. Shawn corse a liberarla, mentre Lord Farey osservò meravigliato il risultato della sua opera. Ben presto, però, si resero conto che Miss Jackson era totalmente priva di memoria. Non conosceva nessuno, non ricordava le strade della città, non riconosceva alcuni oggetti. Tutto sommato, era meglio così, conclusero i due. Morta e senza ricordi: impossibile da trovare persino per il migliore degli ispettori e facile da plagiare.
Lord Farey istruì per bene la ragazza. Le mostrò come usare un pugnale per uccidere una persona e le fece vedere molte volte la sfortunata vittima delle sue congiure, in modo che la riconoscesse anche in mezzo alla folla.
Mr. Shawn, invece, si occupò di rieducare la dolce Miss Jackson, così che sarebbe riuscita a mescolarsi tra la gente come una signorina comune. Le insegnò le buone maniere, fecero insieme lunghe passeggiate e lesse per lei molti libri. Era inevitabile che finisse per innamorarsi di lei."
Emily ridacchiò di nuovo, ma infondo, quel racconto la intrigava.
"Che cos'è, una grottesca commedia romantica?"
Castiel sospirò.
"Non interrompermi, Emily.
Essendosi innamorato di lei, Mr. Shawn propose un piano alla ragazza: dopo aver realizzato la vendetta dell'amico, si sarebbero incontrati al cimitero, alla tomba di Miss Jackson, e sarebbero fuggiti insieme.
Arrivò il giorno in cui il delitto doveva essere compiuto. Di sera, con il pugnale nascosto nel corsetto, Miss Jackson si avviò sulle tracce della donna che tanto aveva fatto soffrire Lord Farey. La vide nel giardino della sua villa, insieme ai suoi bambini. Ridevano, e giocavano insieme. Teneva tra le braccia uno dei piccoli.
Miss Jackson esitò, si ribellò ai suoi ordini, lasciò cadere a terra il pugnale e corse via, diretta al cimitero, per incontrare Mr. Shawn e fuggire.
Purtroppo, però, Lord Farey scoprì l'accaduto e si infuriò. Recuperò la propria arma brutalmente gettata via dalla giovane risorta e la pedinò, intenzionato a toglierle la vita che le aveva ridato con lo stesso pugnale. Arrivato sul luogo dell'incontro apprese che persino il suo migliore amico, Mr. Shawn, aveva cospirato alle sue spalle.
Si avventò ferocemente sulla ragazza, ma l'amico lo contrastò, e al prezzo di una ferita, riuscì a salvarla.
Accecato dalla rabbia, Lord Farey abbandonò il pugnale per lanciarsi su Mr. Shawn e colpirlo a mani nude in pieno viso.
Di fronte a quello scempio, Miss Jackson cominciò a riflettere: se era tornata alla vita solo per uccidere una donna innocente, solo per mettere due amici l'uno contro l'altro, allora avrebbe preferito piuttosto restare morta. Quindi prese l'affilato pugnale abbandonato da Farey, se lo puntò dritto al cuore e... i due uomini, incapaci di reagire, la videro cadere e tornare alla morte, sulla sua stessa tomba."
Finito il racconto, Castiel guardò le sue clienti allibite, che, con la bocca schiusa, ancora pendevano dalle sue labbra.
"Che finale triste." commentò una delle ragazze. "Perché Miss Jackson avrebbe dovuto fare una cosa del genere?"
"Forse perché non voleva più lasciarsi usare." intervenne Emily, alzandosi per tornare al proprio lavoro. "È una bella storia, Castiel. Grazie di avermela raccontata."

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